• dis-informazione su linux

    From valerio@21:1/5 to All on Sun Jul 24 11:30:01 2022
    buongiorno a tutti,
    su una nuova rivista è apparso un articolo sui "beni comuni" di Edouard Jourdain che cita:


    "Il cooperativismo di piattaforma mira così a restituire agli
    utilizzatori la gestione di quest'ultima e lo fa attraverso una linea improntata all'autogestione cara alla tradizione libertaria. Una delle
    sfide di queste piattaforme è quella di mantenere tale tipo di modello
    in un ambiente economico ostile, come testimonia l'esperienza di Linux - sistema operativo nato dall'incontro del modo di operare Hacker e i
    principi del software libero - ormai diventato per il 90% di proprietà
    di imprese capitaliste."

    Ho scritto ad uno dei responsabili della rivista una sintesi
    dell'opensource e le differenze con i sistemi proprietari, finendo con l'affermare che l'autore dell'articolo, secondo me, non sa niente di
    cosa sia l'opensource.

    qualcuno ha dei commenti da fare?

    valerio

    --- SoupGate-Win32 v1.05
    * Origin: fsxNet Usenet Gateway (21:1/5)
  • From Luca Alzetta@21:1/5 to All on Sun Jul 24 12:10:01 2022
    Salve, potresti inviarci la tua risposta, i dettagli filosofici
    dell'open source non mi sono mai stati chiari e tecnologicamente
    parlando sono una capra. Però a pelle il mondo LINUX mi stà simpatico,
    quello che detesto è l'informatizzazione di massa.

    Il 24/07/22 11:15, valerio ha scritto:
    buongiorno a tutti,
    su una nuova rivista è apparso un articolo sui "beni comuni" di
    Edouard Jourdain che cita:


    "Il cooperativismo di piattaforma mira così a restituire agli
    utilizzatori la gestione di quest'ultima e lo fa attraverso una linea improntata all'autogestione cara alla tradizione libertaria. Una delle
    sfide di queste piattaforme è quella di mantenere tale tipo di modello
    in un ambiente economico ostile, come testimonia l'esperienza di Linux
    - sistema operativo nato dall'incontro del modo di operare Hacker e i principi del software libero - ormai diventato per il 90% di proprietà
    di imprese capitaliste."

    Ho scritto ad uno dei responsabili della rivista una sintesi
    dell'opensource e le differenze con i sistemi proprietari, finendo con l'affermare che l'autore dell'articolo, secondo me, non sa niente di
    cosa sia l'opensource.

    qualcuno ha dei commenti da fare?

    valerio


    --- SoupGate-Win32 v1.05
    * Origin: fsxNet Usenet Gateway (21:1/5)
  • From raffaele angelo di paola@21:1/5 to All on Sun Jul 24 12:10:01 2022
    link dell articolo?

    On Sun, Jul 24, 2022 at 11:21 AM valerio <bardo_ml_debian@fastwebnet.it>
    wrote:

    buongiorno a tutti,
    su una nuova rivista è apparso un articolo sui "beni comuni" di Edouard Jourdain che cita:


    "Il cooperativismo di piattaforma mira così a restituire agli
    utilizzatori la gestione di quest'ultima e lo fa attraverso una linea improntata all'autogestione cara alla tradizione libertaria. Una delle
    sfide di queste piattaforme è quella di mantenere tale tipo di modello
    in un ambiente economico ostile, come testimonia l'esperienza di Linux - sistema operativo nato dall'incontro del modo di operare Hacker e i
    principi del software libero - ormai diventato per il 90% di proprietà
    di imprese capitaliste."

    Ho scritto ad uno dei responsabili della rivista una sintesi
    dell'opensource e le differenze con i sistemi proprietari, finendo con l'affermare che l'autore dell'articolo, secondo me, non sa niente di
    cosa sia l'opensource.

    qualcuno ha dei commenti da fare?

    valerio



    <div dir="ltr">link dell articolo?</div><br><div class="gmail_quote"><div dir="ltr" class="gmail_attr">On Sun, Jul 24, 2022 at 11:21 AM valerio &lt;<a href="mailto:bardo_ml_debian@fastwebnet.it">bardo_ml_debian@fastwebnet.it</a>&gt; wrote:<br></div><
    blockquote class="gmail_quote" style="margin:0px 0px 0px 0.8ex;border-left:1px solid rgb(204,204,204);padding-left:1ex">buongiorno a tutti,<br>
    su una nuova rivista è apparso un articolo sui &quot;beni comuni&quot; di Edouard <br>
    Jourdain che cita:<br>


    &quot;Il cooperativismo di piattaforma mira così a restituire agli <br> utilizzatori la gestione di quest&#39;ultima e lo fa attraverso una linea <br> improntata all&#39;autogestione cara alla tradizione libertaria. Una delle <br> sfide di queste piattaforme è quella di mantenere tale tipo di modello <br>
    in un ambiente economico ostile, come testimonia l&#39;esperienza di Linux - <br>
    sistema operativo nato dall&#39;incontro del modo di operare Hacker e i <br> principi del software libero - ormai diventato per il 90% di proprietà <br>
    di imprese capitaliste.&quot;<br>

    Ho scritto ad uno dei responsabili della rivista una sintesi <br> dell&#39;opensource e le differenze con i sistemi proprietari, finendo con <br> l&#39;affermare che l&#39;autore dell&#39;articolo, secondo me, non sa niente di <br>
    cosa sia l&#39;opensource.<br>

    qualcuno ha dei commenti da fare?<br>

    valerio<br>

    </blockquote></div>

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    * Origin: fsxNet Usenet Gateway (21:1/5)
  • From valerio@21:1/5 to All on Sun Jul 24 13:00:01 2022
    Il 24/07/22 12:05, Luca Alzetta ha scritto:
    Salve, potresti inviarci la tua risposta, i dettagli filosofici
    dell'open source non mi sono mai stati chiari e tecnologicamente
    parlando sono una capra. Però a pelle il mondo LINUX mi stà simpatico, quello che detesto è l'informatizzazione di massa.

    l'articolo non è on-line...

    la mia risposta (molto semplice e poco esauriente, di getto con un po'
    di rabbia):

    "Linux è un sistema operativo definito "open source".
    un sistema operativo è un insieme di programmi che permettono all'essere
    umano di interagire con una macchina, la differenza fra opensource e proprietario è data fondamentalmente dalla possibilità di vedere quello
    che il sistema fa ed eventualmente modificarlo. Linux è gratis, non devi pagare nessun diritto a nessuno per poterlo utilizzare puoi
    completamente cambiarlo a tuo piacimento. I sistemi proprietari non
    permettono alcuna modifica né alcuna comprensione di quello che succede,
    molti hanno dei comandi nascosti (backdoors) come porte di servizio
    accessibili anche in linea, attraverso cui i proprietari possono vedere, cambiare quello che succede sulla tua macchina (smartphone, desktop o
    laptop).
    Edouard Jourdain dice che Linux ha dei proprietari, ma a me non risulta, nessuno deve pagare dei diritti per usare il sistema operativo. Penso
    che non sappia cosa sia un sistema operativo opensource, che a me sembra proprio un buon esempio di bene comune. Esistono delle Communities
    appunto che si occupano di gestire i possibili difetti del sistema e
    provvedono a correggerli. Gli utilizzatori solitamente e compatibilmente
    alla loro capacità contribuiscono a migliorarlo.

    ...

    valerio


    Il 24/07/22 11:15, valerio ha scritto:
    buongiorno a tutti,
    su una nuova rivista è apparso un articolo sui "beni comuni" di
    Edouard Jourdain che cita:


    "Il cooperativismo di piattaforma mira così a restituire agli
    utilizzatori la gestione di quest'ultima e lo fa attraverso una linea
    improntata all'autogestione cara alla tradizione libertaria. Una delle
    sfide di queste piattaforme è quella di mantenere tale tipo di modello
    in un ambiente economico ostile, come testimonia l'esperienza di Linux
    - sistema operativo nato dall'incontro del modo di operare Hacker e i
    principi del software libero - ormai diventato per il 90% di proprietà
    di imprese capitaliste."

    Ho scritto ad uno dei responsabili della rivista una sintesi
    dell'opensource e le differenze con i sistemi proprietari, finendo con
    l'affermare che l'autore dell'articolo, secondo me, non sa niente di
    cosa sia l'opensource.

    qualcuno ha dei commenti da fare?

    valerio



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    * Origin: fsxNet Usenet Gateway (21:1/5)
  • From Lorenzo Breda@21:1/5 to All on Sun Jul 24 15:50:01 2022
    Il giorno dom 24 lug 2022 alle ore 11:15 valerio < bardo_ml_debian@fastwebnet.it> ha scritto:


    qualcuno ha dei commenti da fare?


    Solitamente, chi fa critiche - tipicamente meno superficiali di questa - di questo tipo fa riferimento al fatto che molte grandi aziende (Google e Microsoft massicciamente) contribuiscano allo sviluppo di Linux, in qualche modo influenzandolo.

    È una critica che trovo poco ricevibile, onestamente. Non trovo sia molto sensato che un prodotto Open Source debba necessariamente rimanere
    "amatoriale" e le grandi aziende private non debbano contribuire (anche
    perché lo usano, ed è bene che paghino ALMENO mettendoci qualche
    sviluppatore su). Inoltre ci sono software storici, come CUPS, per i quali trovo che gli effetti della collaborazione privata di vecchia data siano
    stati molto buoni.

    È allo stesso tempo però una critica assai lecita, sotto diversi punti di vista: il fatto che il kernel contenga un sacco di roba funzionale ad
    Android e poco altro è ben lontano dall'essere falso.

    --
    Lorenzo Breda

    <div dir="ltr"><div class="gmail_quote"><div dir="ltr" class="gmail_attr">Il giorno dom 24 lug 2022 alle ore 11:15 valerio &lt;<a href="mailto:bardo_ml_debian@fastwebnet.it">bardo_ml_debian@fastwebnet.it</a>&gt; ha scritto:<br></div><blockquote class="
    gmail_quote" style="margin:0px 0px 0px 0.8ex;border-left:1px solid rgb(204,204,204);padding-left:1ex"><br>
    qualcuno ha dei commenti da fare?<br>

    </blockquote></div><div><br></div><div>Solitamente, chi fa critiche - tipicamente meno superficiali di questa - di questo tipo fa riferimento al fatto che molte grandi aziende (Google e Microsoft massicciamente) contribuiscano allo sviluppo di Linux, in
    qualche modo influenzandolo.</div><div><br></div><div>È una critica che trovo poco ricevibile, onestamente. Non trovo sia molto sensato che un prodotto Open Source debba necessariamente rimanere &quot;amatoriale&quot; e le grandi aziende private non
    debbano contribuire (anche perché lo usano, ed è bene che paghino ALMENO mettendoci
  • From Luca Alzetta@21:1/5 to All on Sun Jul 24 16:30:01 2022
    Ok, questi concetti in qualche modo li ho assimilati, quello che trovo
    strano dell'open source e non completamente innocente, è la rincorsa
    (dal mio punto di vista pazzesca) agli standard di sicurezza della rete
    nella modalità in cui si è sviluppata in questi ultimi quindici anni.
    Tento di spiegarmi  meglio: secondo me algoritmi di cifratura,
    protocolli https, firme digitali, autenticazioni criptate e chi più ne
    ha più ne metta, sono tutte tecnologie al servizio quasi esclusivo delle transazioni finanziarie o dei segreti militari, trovo strano che un
    mondo di volontari spenda tante energie per adeguarsi a questi standard
    di cui non dovrebbe fregar niente a nessuno che non abbia niente da
    nascondere a nessuno. Perché Canonical, tanto per fare un esempio,
    dovrebbe regalare aggiornamenti continui al suo sistema operativo senza guadagnarci niente? Perché ci sono dei volontari che lavorano gratis a realizzare una suite come openOffice che, a mio modo di vedere non ha
    niente da invidiare a Microsoft Office? Chi è dotato di tante competenze
    da essere in grado di sviluppare un CAD come FreeCAD e può renderlo disponibile gratuitamente a tutto il pianeta? Vi ripeto, sono ignorante
    come una capra in materia ma cerco di capirci qualcosa.

    In fondo è come scrivere un libro, daccordo la cultura dovrebbe essere disponibile gratuitamente a tutti ma non la può mica pagare uno solo (o pochi), non vi pare?

    Il 24/07/22 12:57, valerio ha scritto:


    Il 24/07/22 12:05, Luca Alzetta ha scritto:
    Salve, potresti inviarci la tua risposta, i dettagli filosofici
    dell'open source non mi sono mai stati chiari e tecnologicamente
    parlando sono una capra. Però a pelle il mondo LINUX mi stà
    simpatico, quello che detesto è l'informatizzazione di massa.

    l'articolo non è on-line...

    la mia risposta (molto semplice e poco esauriente, di getto con un po'
    di rabbia):

    "Linux è un sistema operativo definito "open source".
    un sistema operativo è un insieme di programmi che permettono
    all'essere umano di interagire con una macchina, la differenza fra
    opensource e proprietario è data fondamentalmente dalla possibilità di vedere quello che il sistema fa ed eventualmente modificarlo. Linux è gratis, non devi pagare nessun diritto a nessuno per poterlo
    utilizzare puoi completamente cambiarlo a tuo piacimento. I sistemi proprietari non permettono alcuna modifica né alcuna comprensione di
    quello che succede, molti hanno dei comandi nascosti (backdoors) come
    porte di servizio accessibili anche in linea, attraverso cui i
    proprietari possono vedere, cambiare quello che succede sulla tua
    macchina (smartphone, desktop o laptop).
    Edouard Jourdain dice che Linux ha dei proprietari, ma a me non
    risulta, nessuno deve pagare dei diritti per usare il sistema
    operativo. Penso che non sappia cosa sia un sistema operativo
    opensource, che a me sembra proprio un buon esempio di bene comune.
    Esistono delle Communities appunto che si occupano di gestire i
    possibili difetti del sistema e provvedono a correggerli. Gli
    utilizzatori solitamente e compatibilmente alla loro capacità
    contribuiscono a migliorarlo.

    ...

    valerio


    Il 24/07/22 11:15, valerio ha scritto:
    buongiorno a tutti,
    su una nuova rivista è apparso un articolo sui "beni comuni" di
    Edouard Jourdain che cita:


    "Il cooperativismo di piattaforma mira così a restituire agli
    utilizzatori la gestione di quest'ultima e lo fa attraverso una
    linea improntata all'autogestione cara alla tradizione libertaria.
    Una delle sfide di queste piattaforme è quella di mantenere tale
    tipo di modello in un ambiente economico ostile, come testimonia
    l'esperienza di Linux - sistema operativo nato dall'incontro del
    modo di operare Hacker e i principi del software libero - ormai
    diventato per il 90% di proprietà di imprese capitaliste."

    Ho scritto ad uno dei responsabili della rivista una sintesi
    dell'opensource e le differenze con i sistemi proprietari, finendo
    con l'affermare che l'autore dell'articolo, secondo me, non sa
    niente di cosa sia l'opensource.

    qualcuno ha dei commenti da fare?

    valerio




    --- SoupGate-Win32 v1.05
    * Origin: fsxNet Usenet Gateway (21:1/5)
  • From Luca Alzetta@21:1/5 to All on Sun Jul 24 17:20:02 2022
    Ok, questi concetti in qualche modo li ho assimilati, quello che trovo
    strano dell'open source e non completamente innocente, è la rincorsa (dal
    mio punto di vista pazzesca) agli standard di sicurezza della rete nella modalità in cui si è sviluppata in questi ultimi quindici anni. Tento di spiegarmi meglio: secondo me algoritmi di cifratura, protocolli https,
    firme digitali, autenticazioni criptate e chi più ne ha più ne metta, sono tutte tecnologie al servizio quasi esclusivo delle transazioni finanziarie
    Il 24/07/22 12:57, valerio ha scritto:



    Il 24/07/22 12:05, Luca Alzetta ha scritto:

    Salve, potresti inviarci la tua risposta, i dettagli filosofici dell'open source non mi sono mai stati chiari e tecnologicamente parlando sono una
    capra. Però a pelle il mondo LINUX mi stà simpatico, quello che detesto è l'informatizzazione di massa.


    l'articolo non è on-line...

    la mia risposta (molto semplice e poco esauriente, di getto con un po' di rabbia):

    "Linux è un sistema operativo definito "open source".
    un sistema operativo è un insieme di programmi che permettono all'essere
    umano di interagire con una macchina, la differenza fra opensource e proprietario è data fondamentalmente dalla possibilità di vedere quello che il sistema fa ed eventualmente modificarlo. Linux è gratis, non devi pagare nessun diritto a nessuno per poterlo utilizzare puoi completamente
    cambiarlo a tuo piacimento. I sistemi proprietari non permettono alcuna modifica né alcuna comprensione di quello che succede, molti hanno dei
    comandi nascosti (backdoors) come porte di servizio accessibili anche in
    linea, attraverso cui i proprietari possono vedere, cambiare quello che
    succede sulla tua macchina (smartphone, desktop o laptop).
    Edouard Jourdain dice che Linux ha dei proprietari, ma a me non risulta, nessuno deve pagare dei diritti per usare il sistema operativo. Penso che
    non sappia cosa sia un sistema operativo opensource, che a me sembra
    proprio un buon esempio di bene comune. Esistono delle Communities appunto
    che si occupano di gestire i possibili difetti del sistema e provvedono a correggerli. Gli utilizzatori solitamente e compatibilmente alla loro
    capacità contribuiscono a migliorarlo.

    ...

    valerio


    Il 24/07/22 11:15, valerio ha scritto:

    buongiorno a tutti,
    su una nuova rivista è apparso un articolo sui "beni comuni" di Edouard Jourdain che cita:


    "Il cooperativismo di piattaforma mira così a restituire agli utilizzatori
    la gestione di quest'ultima e lo fa attraverso una linea improntata all'autogestione cara alla tradizione libertaria. Una delle sfide di queste piattaforme è quella di mantenere tale tipo di modello in un ambiente economico ostile, come testimonia l'esperienza di Linux - sistema operativo nato dall'incontro del modo di operare Hacker e i principi del software
    libero - ormai diventato per il 90% di proprietà di imprese capitaliste."

    Ho scritto ad uno dei responsabili della rivista una sintesi
    dell'opensource e le differenze con i sistemi proprietari, finendo con l'affermare che l'autore dell'articolo, secondo me, non sa niente di cosa
    sia l'opensource.

    qualcuno ha dei commenti da fare?

    valerio

    <div dir="ltr">



    <div>
    <p>Ok, questi concetti in qualche modo li ho assimilati, quello che
    trovo strano dell&#39;open source e non completamente innocente, è la
    rincorsa (dal mio punto di vista pazzesca) agli standard di
    sicurezza della rete nella modalità in cui si è sviluppata in
    questi ultimi quindici anni. Tento di spiegarmi  meglio: secondo
    me algoritmi di cifratura, protocolli https, firme digitali,
    autenticazioni criptate e chi più ne ha più ne metta, sono tutte
    tecnologie al servizio quasi esclusivo delle transazioni
    finanziarie<br>
    </p>
    <div>Il 24/07/22 12:57, valerio ha scritto:<br>
    </div>
    <blockquote type="cite">
    <br>
    <br>
    Il 24/07/22 12:05, Luca Alzetta ha scritto:
    <br>
    <blockquote type="cite">Salve, potresti inviarci la tua risposta,
    i dettagli filosofici dell&#39;open source non mi sono mai stati
    chiari e tecnologicamente parlando sono una capra. Però a pelle
    il mondo LINUX mi stà simpatico, quello che detesto è
    l&#39;informatizzazione di massa.
    <br>
    </blockquote>
    <br>
    l&#39;articolo non è on-line...
    <br>
    <br>
    la mia risposta (molto semplice e poco esauriente, di getto con un
    po&#39; di rabbia):
    <br>
    <br>
    &quot;Linux è un sistema operativo definito &quot;open source&quot;.
    <br>
    un sistema operativo è un insieme di programmi che permettono
    all&#39;essere umano di interagire con una macchina, la differenza fra
    opensource e proprietario è data fondamentalmente dalla
    possibilità di vedere quello che il sistema fa ed eventualmente
    modificarlo. Linux è gratis, non devi pagare nessun diritto a
    nessuno per poterlo utilizzare puoi completamente cambiarlo a tuo
    piacimento. I sistemi proprietari non permettono alcuna modifica
    né alcuna comprensione di quello che succede, molti hanno dei
    comandi nascosti (backdoors) come porte di servizio accessibili
    anche in linea, attraverso cui i proprietari possono vedere,
    cambiare quello che succede sulla tua macchina (smartphone,
    desktop o laptop).
    <br>
    Edouard Jourdain dice che Linux ha dei proprietari, ma a me non
    risulta, nessuno deve pagare dei diritti per usare il sistema
    operativo. Penso che non sappia cosa sia un sistema operativo
    opensource, che a me sembra proprio un buon esempio di bene
    comune. Esistono delle Communities appunto che si occupano di
    gestire i possibili difetti del sistema e provvedono a
    correggerli. Gli utilizzatori solitamente e compatibilmente alla
    loro capacità contribuiscono a migliorarlo.
    <br>
    <br>
    ...
    <br>
    <br>
    valerio
    <br>
    <br>
    <blockquote type="cite">
    <br>
    Il 24/07/22 11:15, valerio ha scritto:
    <br>
    <blockquote type="cite">buongiorno a tutti,
    <br>
    su una nuova rivista è apparso un articolo sui &quot;beni comuni&quot;
    di Edouard Jourdain che cita:
    <br>
    <br>
    <br>
    &quot;Il cooperativismo di piattaforma mira così a restituire agli
    utilizzatori la gestione di quest&#39;ultima e lo fa attraverso
    una linea improntata all&#39;autogestione cara alla tradizione
    libertaria. Una delle sfide di queste piattaforme è quella di
    mantenere tale tipo di modello in un ambiente economico
    ostile, come testimonia l&#39;esperienza di Linux - sistema
    operativo nato dall&#39;incontro del modo di operare Hacker e i
    principi del software libero - ormai diventato per il 90% di
    proprietà di imprese capitaliste.&quot;
    <br>
    <br>
    Ho scritto ad uno dei responsabili della rivista una sintesi
    dell&#39;opensource e le differenze con i sistemi proprietari,
    finendo con l&#39;affermare che l&#39;autore dell&#39;articolo, secondo
    me, non sa niente di cosa sia l&#39;opensource.
    <br>
    <br>
    qualcuno ha dei commenti da fare?
    <br>
    <br>
    valerio
    <br>
    <br>
    </blockquote>
    <br>
    </blockquote>
    <br>
    </blockquote>
    </div>

    </div>

    --- SoupGate-Win32 v1.05
    * Origin: fsxNet Usenet Gateway (21:1/5)
  • From valerio@21:1/5 to All on Sun Jul 24 17:20:01 2022
    Il 24/07/22 15:32, Lorenzo Breda ha scritto:
    Il giorno dom 24 lug 2022 alle ore 11:15 valerio < bardo_ml_debian@fastwebnet.it> ha scritto:


    qualcuno ha dei commenti da fare?


    Solitamente, chi fa critiche - tipicamente meno superficiali di questa - di questo tipo fa riferimento al fatto che molte grandi aziende (Google e Microsoft massicciamente) contribuiscano allo sviluppo di Linux, in qualche modo influenzandolo.

    ciao,
    il punto è che non passa come critica (che accetterei) ma come falsa informazione: non mi sembra che linux nasca come dice l'articolo, e al
    di là delle collaborazioni (magari forzanti) si parla di proprietà...


    È una critica che trovo poco ricevibile, onestamente. Non trovo sia molto sensato che un prodotto Open Source debba necessariamente rimanere "amatoriale" e le grandi aziende private non debbano contribuire (anche perché lo usano, ed è bene che paghino ALMENO mettendoci qualche sviluppatore su). Inoltre ci sono software storici, come CUPS, per i quali trovo che gli effetti della collaborazione privata di vecchia data siano stati molto buoni.

    È allo stesso tempo però una critica assai lecita, sotto diversi punti di vista: il fatto che il kernel contenga un sacco di roba funzionale ad
    Android e poco altro è ben lontano dall'essere falso.


    valerio

    --- SoupGate-Win32 v1.05
    * Origin: fsxNet Usenet Gateway (21:1/5)
  • From valerio@21:1/5 to All on Sun Jul 24 17:40:01 2022
    Il 24/07/22 17:18, Luca Alzetta ha scritto:
    Ok, questi concetti in qualche modo li ho assimilati, quello che trovo
    strano dell'open source e non completamente innocente, è la rincorsa (dal mio punto di vista pazzesca) agli standard di sicurezza della rete nella modalità in cui si è sviluppata in questi ultimi quindici anni. Tento di spiegarmi meglio: secondo me algoritmi di cifratura, protocolli https,
    firme digitali, autenticazioni criptate e chi più ne ha più ne metta, sono tutte tecnologie al servizio quasi esclusivo delle transazioni finanziarie

    ciao,
    provo a risponderti in modo sintetico, poi ti conviene cercare
    informazioni più precise in rete.

    la differenza fra un office che risponde alle caratteristiche di un
    opensource (e quindi è libero e trasparente) ed un office proprietario è proprio lì, la seconda non è trasparente...

    per quanto riguarda la sicurezza, non riguarda solo la parte
    finanziaria. normalmente quando un hacker porta avanti un attacco, non
    lo fa dal proprio pc, ma prende possesso di una serie di pc (non
    protetti) e con quelli porta avanti gli attacchi...

    valerio

    --- SoupGate-Win32 v1.05
    * Origin: fsxNet Usenet Gateway (21:1/5)
  • From Luca Alzetta@21:1/5 to All on Sun Jul 24 17:30:01 2022
    Ok, questi concetti in qualche modo li ho assimilati, quello che trovo
    strano dell'open source e non completamente innocente, è la rincorsa (dal
    mio punto di vista pazzesca) agli standard di sicurezza della rete nella modalità in cui si è sviluppata in questi ultimi quindici anni. Tento di spiegarmi meglio: secondo me algoritmi di cifratura, protocolli https,
    firme digitali, autenticazioni criptate e chi più ne ha più ne metta, sono tutte tecnologie al servizio quasi esclusivo delle transazioni finanziarie
    o dei segreti militari, trovo strano che un mondo di volontari spenda tante energie per adeguarsi a questi standard di cui non dovrebbe fregar niente a nessuno che non abbia niente da nascondere a nessuno. Perché Canonical,
    tanto per fare un esempio, dovrebbe regalare aggiornamenti continui al suo sistema operativo senza guadagnarci niente? Perché ci sono dei volontari
    che lavorano gratis a realizzare una suite come openOffice che, a mio modo
    di vedere non ha niente da invidiare a Microsoft Office? Chi è dotato di
    tante competenze da essere in grado di sviluppare un CAD come FreeCAD Vi ripeto, sono ignorante come una capra in materia ma cerco di capirci
    qualcosa.
    Il 24/07/22 12:57, valerio ha scritto:



    Il 24/07/22 12:05, Luca Alzetta ha scritto:

    Salve, potresti inviarci la tua risposta, i dettagli filosofici dell'open source non mi sono mai stati chiari e tecnologicamente parlando sono una
    capra. Però a pelle il mondo LINUX mi stà simpatico, quello che detesto è l'informatizzazione di massa.


    l'articolo non è on-line...

    la mia risposta (molto semplice e poco esauriente, di getto con un po' di rabbia):

    "Linux è un sistema operativo definito "open source".
    un sistema operativo è un insieme di programmi che permettono all'essere
    umano di interagire con una macchina, la differenza fra opensource e proprietario è data fondamentalmente dalla possibilità di vedere quello che il sistema fa ed eventualmente modificarlo. Linux è gratis, non devi pagare nessun diritto a nessuno per poterlo utilizzare puoi completamente
    cambiarlo a tuo piacimento. I sistemi proprietari non permettono alcuna modifica né alcuna comprensione di quello che succede, molti hanno dei
    comandi nascosti (backdoors) come porte di servizio accessibili anche in
    linea, attraverso cui i proprietari possono vedere, cambiare quello che
    succede sulla tua macchina (smartphone, desktop o laptop).
    Edouard Jourdain dice che Linux ha dei proprietari, ma a me non risulta, nessuno deve pagare dei diritti per usare il sistema operativo. Penso che
    non sappia cosa sia un sistema operativo opensource, che a me sembra
    proprio un buon esempio di bene comune. Esistono delle Communities appunto
    che si occupano di gestire i possibili difetti del sistema e provvedono a correggerli. Gli utilizzatori solitamente e compatibilmente alla loro
    capacità contribuiscono a migliorarlo.

    ...

    valerio


    Il 24/07/22 11:15, valerio ha scritto:

    buongiorno a tutti,
    su una nuova rivista è apparso un articolo sui "beni comuni" di Edouard Jourdain che cita:


    "Il cooperativismo di piattaforma mira così a restituire agli utilizzatori
    la gestione di quest'ultima e lo fa attraverso una linea improntata all'autogestione cara alla tradizione libertaria. Una delle sfide di queste piattaforme è quella di mantenere tale tipo di modello in un ambiente economico ostile, come testimonia l'esperienza di Linux - sistema operativo nato dall'incontro del modo di operare Hacker e i principi del software
    libero - ormai diventato per il 90% di proprietà di imprese capitaliste."

    Ho scritto ad uno dei responsabili della rivista una sintesi
    dell'opensource e le differenze con i sistemi proprietari, finendo con l'affermare che l'autore dell'articolo, secondo me, non sa niente di cosa
    sia l'opensource.

    qualcuno ha dei commenti da fare?

    valerio

    <div dir="ltr">



    <div>
    <p>Ok, questi concetti in qualche modo li ho assimilati, quello che
    trovo strano dell&#39;open source e non completamente innocente, è la
    rincorsa (dal mio punto di vista pazzesca) agli standard di
    sicurezza della rete nella modalità in cui si è sviluppata in
    questi ultimi quindici anni. Tento di spiegarmi  meglio: secondo
    me algoritmi di cifratura, protocolli https, firme digitali,
    autenticazioni criptate e chi più ne ha più ne metta, sono tutte
    tecnologie al servizio quasi esclusivo delle transazioni
    finanziarie o dei segreti militari, trovo strano che un mondo di
    volontari spenda tante energie per adeguarsi a questi standard di
    cui non dovrebbe fregar niente a nessuno che non abbia niente da
    nascondere a nessuno. Perché Canonical, tanto per fare un esempio,
    dovrebbe regalare aggiornamenti continui al suo sistema operativo
    senza guadagnarci niente? Perché ci sono dei volontari che
    lavorano gratis a realizzare una suite come openOffice che, a mio
    modo di vedere non ha niente da invidiare a Microsoft Office? Chi
    è dotato di tante competenze da essere in grado di sviluppare un
    CAD come FreeCAD Vi ripeto, sono ignorante come una capra in
    materia ma cerco di capirci qualcosa.<br>
    </p>
    <div>Il 24/07/22 12:57, valerio ha scritto:<br>
    </div>
    <blockquote type="cite">
    <br>
    <br>
    Il 24/07/22 12:05, Luca Alzetta ha scritto:
    <br>
    <blockquote type="cite">Salve, potresti inviarci la tua risposta,
    i dettagli filosofici dell&#39;open source non mi sono mai stati
    chiari e tecnologicamente parlando sono una capra. Però a pelle
    il mondo LINUX mi stà simpatico, quello che detesto è
    l&#39;informatizzazione di massa.
    <br>
    </blockquote>
    <br>
    l&#39;articolo non è on-line...
    <br>
    <br>
    la mia risposta (molto semplice e poco esauriente, di getto con un
    po&#39; di rabbia):
    <br>
    <br>
    &quot;Linux è un sistema operativo definito &quot;open source&quot;.
    <br>
    un sistema operativo è un insieme di programmi che permettono
    all&#39;essere umano di interagire con una macchina, la differenza fra
    opensource e proprietario è data fondamentalmente dalla
    possibilità di vedere quello che il sistema fa ed eventualmente
    modificarlo. Linux è gratis, non devi pagare nessun diritto a
    nessuno per poterlo utilizzare puoi completamente cambiarlo a tuo
    piacimento. I sistemi proprietari non permettono alcuna modifica
    né alcuna comprensione di quello che succede, molti hanno dei
    comandi nascosti (backdoors) come porte di servizio accessibili
    anche in linea, attraverso cui i proprietari possono vedere,
    cambiare quello che succede sulla tua macchina (smartphone,
    desktop o laptop).
    <br>
    Edouard Jourdain dice che Linux ha dei proprietari, ma a me non
    risulta, nessuno deve pagare dei diritti per usare il sistema
    operativo. Penso che non sappia cosa sia un sistema operativo
    opensource, che a me sembra proprio un buon esempio di bene
    comune. Esistono delle Communities appunto che si occupano di
    gestire i possibili difetti del sistema e provvedono a
    correggerli. Gli utilizzatori solitamente e compatibilmente alla
    loro capacità contribuiscono a migliorarlo.
    <br>
    <br>
    ...
    <br>
    <br>
    valerio
    <br>
    <br>
    <blockquote type="cite">
    <br>
    Il 24/07/22 11:15, valerio ha scritto:
    <br>
    <blockquote type="cite">buongiorno a tutti,
    <br>
    su una nuova rivista è apparso un articolo sui &quot;beni comuni&quot;
    di Edouard Jourdain che cita:
    <br>
    <br>
    <br>
    &quot;Il cooperativismo di piattaforma mira così a restituire agli
    utilizzatori la gestione di quest&#39;ultima e lo fa attraverso
    una linea improntata all&#39;autogestione cara alla tradizione
    libertaria. Una delle sfide di queste piattaforme è quella di
    mantenere tale tipo di modello in un ambiente economico
    ostile, come testimonia l&#39;esperienza di Linux - sistema
    operativo nato dall&#39;incontro del modo di operare Hacker e i
    principi del software libero - ormai diventato per il 90% di
    proprietà di imprese capitaliste.&quot;
    <br>
    <br>
    Ho scritto ad uno dei responsabili della rivista una sintesi
    dell&#39;opensource e le differenze con i sistemi proprietari,
    finendo con l&#39;affermare che l&#39;autore dell&#39;articolo, secondo
    me, non sa niente di cosa sia l&#39;opensource.
    <br>
    <br>
    qualcuno ha dei commenti da fare?
    <br>
    <br>
    valerio
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    <br>
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    </blockquote>
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    --- SoupGate-Win32 v1.05
    * Origin: fsxNet Usenet Gateway (21:1/5)
  • From Luca Alzetta@21:1/5 to All on Sun Jul 24 17:40:01 2022
    Ok, a soldoni è abbastanza chiaro ma quanto ci sta costando tutto questo
    dal punto di vista sociale, non l'open source intendo dire, veramente
    vale la pena gestire una complessità del genere per proteggere i
    messaggini e le foto di qualche adolescente innamorato? Che percentuale
    del traffico occupano le stupidaggini senza alcun valore che girano
    sulla rete? Quanto consumiamo e quanti sforzi facciamo per trattarle con
    gli stessi standard con cui trattiamo la privacy di una cartella clinica?

    Il 24/07/22 17:31, valerio ha scritto:


    Il 24/07/22 17:18, Luca Alzetta ha scritto:
    Ok, questi concetti in qualche modo li ho assimilati, quello che trovo
    strano dell'open source e non completamente innocente, è la rincorsa
    (dal
    mio punto di vista pazzesca) agli standard di sicurezza della rete nella
    modalità in cui si è sviluppata in questi ultimi quindici anni. Tento di >> spiegarmi  meglio: secondo me algoritmi di cifratura, protocolli https,
    firme digitali, autenticazioni criptate e chi più ne ha più ne metta,
    sono
    tutte tecnologie al servizio quasi esclusivo delle transazioni
    finanziarie

    ciao,
    provo a risponderti in modo sintetico, poi ti conviene cercare
    informazioni più precise in rete.

    la differenza fra un office che risponde alle caratteristiche di un opensource (e quindi è libero e trasparente) ed un office proprietario
    è proprio lì, la seconda non è trasparente...

    per quanto riguarda la sicurezza, non riguarda solo la parte
    finanziaria. normalmente quando un hacker porta avanti un attacco, non
    lo fa dal proprio pc, ma prende possesso di una serie di pc (non
    protetti) e con quelli porta avanti gli attacchi...

    valerio


    --- SoupGate-Win32 v1.05
    * Origin: fsxNet Usenet Gateway (21:1/5)
  • From Felipe Salvador@21:1/5 to valerio on Sun Jul 24 19:10:01 2022
    On Sun, Jul 24, 2022 at 11:15:46AM +0200, valerio wrote:
    buongiorno a tutti,
    su una nuova rivista è apparso un articolo sui "beni comuni" di
    Edouard Jourdain che cita:


    come testimonia l'esperienza di Linux
    - sistema operativo nato dall'incontro del modo di operare Hacker e i principi del software libero - ormai diventato per il 90% di proprietà
    di imprese capitaliste."

    Questa affermazione non ha senso, il concetto di proprietà così come
    la intende non si può applicare al software libero, ne tanto meno all'opensource fintanto che il libero accesso, il pubblico dominio di questi sono tutelati dalla licenza (GPL).


    Ho scritto ad uno dei responsabili della rivista una sintesi
    dell'opensource e le differenze con i sistemi proprietari, finendo con l'affermare che l'autore dell'articolo, secondo me, non sa niente di
    cosa sia l'opensource.

    qualcuno ha dei commenti da fare?

    valerio

    --

    Felipe Salvador

    --- SoupGate-Win32 v1.05
    * Origin: fsxNet Usenet Gateway (21:1/5)
  • From Leonardo Boselli@21:1/5 to Luca Alzetta on Sun Jul 24 21:40:02 2022
    This message is in MIME format. The first part should be readable text,
    while the remaining parts are likely unreadable without MIME-aware tools.

    On Sun, 24 Jul 2022, Luca Alzetta wrote:

    Ok, a soldoni è abbastanza chiaro ma quanto ci sta costando tutto
    questo dal punto di vista sociale, non l'open source intendo dire,
    veramente vale la pena gestire una complessità del genere per
    proteggere i messaggini e le foto di qualche adolescente innamorato?
    Che percentuale del traffico occupano le stupidaggini senza alcun
    valore che girano sulla rete? Quanto consumiamo e quanti sforzi
    facciamo per trattarle con gli stessi standard con cui trattiamo la
    privacy di una cartella clinica?

    Ti do la rispostaclassica: considerare TUTTO il trsffico come sensibile protegge quello che sensibile è davvero, perché se solo quello sensibile fosse criptato basterebbe captare quello e deodificare poche chiavi, cosa
    che a foza bruta può essere tentata.
    Ma se ogni messaggio compreso quello che è stato inviato per errore è protetto l'eventuale terza parte dovrebbe tenatre di decodificare un
    numero enorme di chiavi, sperando che presto o tardi arrivi un messggio
    buono, assolutamante impossibile.
    Sarebbe come se chi non ha roba di valore in casa che può essere rubata
    non mettesse una serratura alla porta, e chi ha cose di valore la
    mettesse tosta. Guardando la porta il ladro saprebbe subito dove vale
    la pena di entrare.



    --
    Leonardo Boselli
    Firenze, Toscana, Europa

    --- SoupGate-Win32 v1.05
    * Origin: fsxNet Usenet Gateway (21:1/5)
  • From rowun@21:1/5 to Luca Alzetta on Mon Jul 25 14:40:01 2022
    La recrudescenza degli attacchi in rete (di cui
    spesso gli utenti sono totalmente ignari) dopo
    l'avvio della "Operazione Speciale" russa in
    Ucraina, dimostra la necessita' di potenziare
    ad ogni livello la sicurezza della rete.
    Anche a favore degli utenti un po' tonti :-)
    Quindi un serio sistema operativo deve essere
    in grado di essere difendibile da attacchi
    informatici che ormai arrivano da tutte le direzioni.

    E non si tratta di una rincorsa, dato che i piu'
    sensibili alla debolezza informatica e' proprio
    il settore opensource, che non di rado "precede"
    aziende privati (e anche militari ...), altro
    che "rincorsa".

    Lei, piu' che "niubbo" di Linux e open source,
    e' "niubbo" di sicurezza informatica, che ci tocca
    tutti. Dall'uso del home banking alla protezione
    della propria identita', dalla diffusione di carte
    sanitarie e digitali e alla firma digitale. Lei
    piu' scegliere la prassi italica del "fidarsi"
    di quello che fanno dei perfetti sconosciuti,
    senza possibilita' di verifica indipendenti, oppure
    accedere a software di cui sono disponibili i
    sorgenti (sa cosa e' un "sorgente" ?) e che quindi
    ci sia almeno la possibilita' teorica che parti
    indipendenti vadano a metterci il naso per vedere
    se fa cio' che viene promesso (e solo cio' che
    viene promesso).

    Riguardo al fatto che la crittografia e' al servizio
    (NON esclusivo, lei sbaglia se lo pensa) di
    transazioni finanziarie e segreti militari non significa
    che e' il "male" (a parte il fatto che se avete un
    conto corrente in banca e usato l'home banking, forse
    la crittografia tanto male non fa, oppure, dopo
    l'aggressione russa, dovreste anche non essere cosi'
    contro i militari, salvo vi piaccia essere comandati
    da un soldato che arriva con mitra in braccio da
    altra nazione).

    Lei sa che quando va dal dentista, lui ci guadagna.
    Eppure, non per questo smette di andarci quando
    le serve. E se un martello viene usato per fare
    violenza, non di meno, resta uno strumento utile
    e valido per gli usi "civili". Cerchiamo di non
    farci prendere troppo il naso dalla fallaccia di
    un certo tipo di propaganda che pare abbia preso
    piede sui social.

    Riguardo al volontariato, credo che la sua difficolta'
    sia quello di concepire che la possibilita' di grandi
    cambiamenti nella propria vita. In Italia c'e' questo
    modello per cui uno sogna di trovare un posto di
    lavoro fisso ideale da subito e poi tenerselo fino a
    pensionamento. Ergo, con questa logica, chi fa
    volontariato dovrebbe farlo per tutta la vita. O niente.
    In realta', uno fa volontariato per alcuni anni, dando
    molto alla comunita', poi l'interessa o la voglia scema,
    e magari si fa assumere proprio nell'ambito posto fisso
    sognato dall'italiano medio.

    E' cosi' che l'open source funziona (sul lato dei
    volontari), c'e' un continuo ricambio. Tra l'altro
    il volontariato non e' pura rinuncia, perche' le
    competenze acquisite e verificate da aziende blasonate
    portano anche all'ambito posto di lavoro fisso.
    E appena uno e' "stanco" di regalare, deve solo
    firmare e' rientra nel binario convenzionale di chi
    lavoro per uno stipendio fisso.

    Ma le aziende che interesse avrebbero per finanziare
    l'open source ? Si da' il caso che l'open source non
    rincorre, bensi precede, e chi e' tagliato fuori dallo
    sviluppo, non puo' influenzarlo (in direzioni a lui
    favorevoli) ne essere pronto a produrre software in
    grado di interagire in modo ottimale con l'open source,
    dando spazio ai concorrenti. Non si dice:
    "Se non puoi combatterli, unisciti ?".
    Alcune aziende hanno tentato di sopprimere l'idea
    dell'open source. E hanno fallito. Cosa resta loro
    se non "unirsi" ?

    Un ultima cosa: "open source" per alcuni e' una
    ideologia (lei ?) ma in realta' e' solo un approccio
    per produrre software migliore perche' verificabile.


    On 24/07/2022 16:19, Luca Alzetta wrote:
    Ok, questi concetti in qualche modo li ho assimilati, quello che trovo
    strano dell'open source e non completamente innocente, è la rincorsa
    (dal mio punto di vista pazzesca) agli standard di sicurezza della
    rete nella modalità in cui si è sviluppata in questi ultimi quindici
    anni. Tento di spiegarmi  meglio: secondo me algoritmi di cifratura, protocolli https, firme digitali, autenticazioni criptate e chi più ne
    ha più ne metta, sono tutte tecnologie al servizio quasi esclusivo
    delle transazioni finanziarie o dei segreti militari, trovo strano che
    un mondo di volontari spenda tante energie per adeguarsi a questi
    standard di cui non dovrebbe fregar niente a nessuno che non abbia
    niente da nascondere a nessuno. Perché Canonical, tanto per fare un
    esempio, dovrebbe regalare aggiornamenti continui al suo sistema
    operativo senza guadagnarci niente? Perché ci sono dei volontari che lavorano gratis a realizzare una suite come openOffice che, a mio modo
    di vedere non ha niente da invidiare a Microsoft Office? Chi è dotato
    di tante competenze da essere in grado di sviluppare un CAD come
    FreeCAD e può renderlo disponibile gratuitamente a tutto il pianeta?
    Vi ripeto, sono ignorante come una capra in materia ma cerco di
    capirci qualcosa.

    In fondo è come scrivere un libro, daccordo la cultura dovrebbe essere disponibile gratuitamente a tutti ma non la può mica pagare uno solo
    (o pochi), non vi pare?

    Il 24/07/22 12:57, valerio ha scritto:


    Il 24/07/22 12:05, Luca Alzetta ha scritto:
    Salve, potresti inviarci la tua risposta, i dettagli filosofici
    dell'open source non mi sono mai stati chiari e tecnologicamente
    parlando sono una capra. Però a pelle il mondo LINUX mi stà
    simpatico, quello che detesto è l'informatizzazione di massa.

    l'articolo non è on-line...

    la mia risposta (molto semplice e poco esauriente, di getto con un
    po' di rabbia):

    "Linux è un sistema operativo definito "open source".
    un sistema operativo è un insieme di programmi che permettono
    all'essere umano di interagire con una macchina, la differenza fra
    opensource e proprietario è data fondamentalmente dalla possibilità
    di vedere quello che il sistema fa ed eventualmente modificarlo.
    Linux è gratis, non devi pagare nessun diritto a nessuno per poterlo
    utilizzare puoi completamente cambiarlo a tuo piacimento. I sistemi
    proprietari non permettono alcuna modifica né alcuna comprensione di
    quello che succede, molti hanno dei comandi nascosti (backdoors) come
    porte di servizio accessibili anche in linea, attraverso cui i
    proprietari possono vedere, cambiare quello che succede sulla tua
    macchina (smartphone, desktop o laptop).
    Edouard Jourdain dice che Linux ha dei proprietari, ma a me non
    risulta, nessuno deve pagare dei diritti per usare il sistema
    operativo. Penso che non sappia cosa sia un sistema operativo
    opensource, che a me sembra proprio un buon esempio di bene comune.
    Esistono delle Communities appunto che si occupano di gestire i
    possibili difetti del sistema e provvedono a correggerli. Gli
    utilizzatori solitamente e compatibilmente alla loro capacità
    contribuiscono a migliorarlo.

    ...

    valerio


    Il 24/07/22 11:15, valerio ha scritto:
    buongiorno a tutti,
    su una nuova rivista è apparso un articolo sui "beni comuni" di
    Edouard Jourdain che cita:


    "Il cooperativismo di piattaforma mira così a restituire agli
    utilizzatori la gestione di quest'ultima e lo fa attraverso una
    linea improntata all'autogestione cara alla tradizione libertaria.
    Una delle sfide di queste piattaforme è quella di mantenere tale
    tipo di modello in un ambiente economico ostile, come testimonia
    l'esperienza di Linux - sistema operativo nato dall'incontro del
    modo di operare Hacker e i principi del software libero - ormai
    diventato per il 90% di proprietà di imprese capitaliste."

    Ho scritto ad uno dei responsabili della rivista una sintesi
    dell'opensource e le differenze con i sistemi proprietari, finendo
    con l'affermare che l'autore dell'articolo, secondo me, non sa
    niente di cosa sia l'opensource.

    qualcuno ha dei commenti da fare?

    valerio






    --- SoupGate-Win32 v1.05
    * Origin: fsxNet Usenet Gateway (21:1/5)
  • From Luca Alzetta@21:1/5 to All on Mon Jul 25 17:40:01 2022
    Niubbo?

    L'open source per me potrebbe anche essere un'ideologia, ammesso che io
    riesca a capire approfonditamente di cosa si tratta e lo giudichi
    un'ideologia. Non so se sarei disposto ad abbracciarla, ho già le mie
    fedi e mi ci trovo bene, morirò in loro compagnia ma non per questo
    rinuncio a cercare di capire.

    Mandi

    Il 25/07/22 14:31, rowun ha scritto:
    La recrudescenza degli attacchi in rete (di cui
    spesso gli utenti sono totalmente ignari) dopo
    l'avvio della "Operazione Speciale" russa in
    Ucraina, dimostra la necessita' di potenziare
    ad ogni livello la sicurezza della rete.
    Anche a favore degli utenti un po' tonti :-)
    Quindi un serio sistema operativo deve essere
    in grado di essere difendibile da attacchi
    informatici che ormai arrivano da tutte le direzioni.

    E non si tratta di una rincorsa, dato che i piu'
    sensibili alla debolezza informatica e' proprio
    il settore opensource, che non di rado "precede"
    aziende privati (e anche militari ...), altro
    che "rincorsa".

    Lei, piu' che "niubbo" di Linux e open source,
    e' "niubbo" di sicurezza informatica, che ci tocca
    tutti. Dall'uso del home banking alla protezione
    della propria identita', dalla diffusione di carte
    sanitarie e digitali e alla firma digitale. Lei
    piu' scegliere la prassi italica del "fidarsi"
    di quello che fanno dei perfetti sconosciuti,
    senza possibilita' di verifica indipendenti, oppure
    accedere a software di cui sono disponibili i
    sorgenti (sa cosa e' un "sorgente" ?) e che quindi
    ci sia almeno la possibilita' teorica che parti
    indipendenti vadano a metterci il naso per vedere
    se fa cio' che viene promesso (e solo cio' che
    viene promesso).

    Riguardo al fatto che la crittografia e' al servizio
    (NON esclusivo, lei sbaglia se lo pensa) di
    transazioni finanziarie e segreti militari non significa
    che e' il "male" (a parte il fatto che se avete un
    conto corrente in banca e usato l'home banking, forse
    la crittografia tanto male non fa, oppure, dopo
    l'aggressione russa, dovreste anche non essere cosi'
    contro i militari, salvo vi piaccia essere comandati
    da un soldato che arriva con mitra in braccio da
    altra nazione).

    Lei sa che quando va dal dentista, lui ci guadagna.
    Eppure, non per questo smette di andarci quando
    le serve. E se un martello viene usato per fare
    violenza, non di meno, resta uno strumento utile
    e valido per gli usi "civili". Cerchiamo di non
    farci prendere troppo il naso dalla fallaccia di
    un certo tipo di propaganda che pare abbia preso
    piede sui social.

    Riguardo al volontariato, credo che la sua difficolta'
    sia quello di concepire che la possibilita' di grandi
    cambiamenti nella propria vita. In Italia c'e' questo
    modello per cui uno sogna di trovare un posto di
    lavoro fisso ideale da subito e poi tenerselo fino a
    pensionamento. Ergo, con questa logica, chi fa
    volontariato dovrebbe farlo per tutta la vita. O niente.
    In realta', uno fa volontariato per alcuni anni, dando
    molto alla comunita', poi l'interessa o la voglia scema,
    e magari si fa assumere proprio nell'ambito posto fisso
    sognato dall'italiano medio.

    E' cosi' che l'open source funziona (sul lato dei
    volontari), c'e' un continuo ricambio. Tra l'altro
    il volontariato non e' pura rinuncia, perche' le
    competenze acquisite e verificate da aziende blasonate
    portano anche all'ambito posto di lavoro fisso.
    E appena uno e' "stanco" di regalare, deve solo
    firmare e' rientra nel binario convenzionale di chi
    lavoro per uno stipendio fisso.

    Ma le aziende che interesse avrebbero per finanziare
    l'open source ? Si da' il caso che l'open source non
    rincorre, bensi precede, e chi e' tagliato fuori dallo
    sviluppo, non puo' influenzarlo (in direzioni a lui
    favorevoli) ne essere pronto a produrre software in
    grado di interagire in modo ottimale con l'open source,
    dando spazio ai concorrenti. Non si dice:
    "Se non puoi combatterli, unisciti ?".
    Alcune aziende hanno tentato di sopprimere l'idea
    dell'open source. E hanno fallito. Cosa resta loro
    se non "unirsi" ?

    Un ultima cosa: "open source" per alcuni e' una
    ideologia (lei ?) ma in realta' e' solo un approccio
    per produrre software migliore perche' verificabile.


    On 24/07/2022 16:19, Luca Alzetta wrote:
    Ok, questi concetti in qualche modo li ho assimilati, quello che
    trovo strano dell'open source e non completamente innocente, è la
    rincorsa (dal mio punto di vista pazzesca) agli standard di sicurezza
    della rete nella modalità in cui si è sviluppata in questi ultimi
    quindici anni. Tento di spiegarmi  meglio: secondo me algoritmi di
    cifratura, protocolli https, firme digitali, autenticazioni criptate
    e chi più ne ha più ne metta, sono tutte tecnologie al servizio quasi
    esclusivo delle transazioni finanziarie o dei segreti militari, trovo
    strano che un mondo di volontari spenda tante energie per adeguarsi a
    questi standard di cui non dovrebbe fregar niente a nessuno che non
    abbia niente da nascondere a nessuno. Perché Canonical, tanto per
    fare un esempio, dovrebbe regalare aggiornamenti continui al suo
    sistema operativo senza guadagnarci niente? Perché ci sono dei
    volontari che lavorano gratis a realizzare una suite come openOffice
    che, a mio modo di vedere non ha niente da invidiare a Microsoft
    Office? Chi è dotato di tante competenze da essere in grado di
    sviluppare un CAD come FreeCAD e può renderlo disponibile
    gratuitamente a tutto il pianeta? Vi ripeto, sono ignorante come una
    capra in materia ma cerco di capirci qualcosa.

    In fondo è come scrivere un libro, daccordo la cultura dovrebbe
    essere disponibile gratuitamente a tutti ma non la può mica pagare
    uno solo (o pochi), non vi pare?

    Il 24/07/22 12:57, valerio ha scritto:


    Il 24/07/22 12:05, Luca Alzetta ha scritto:
    Salve, potresti inviarci la tua risposta, i dettagli filosofici
    dell'open source non mi sono mai stati chiari e tecnologicamente
    parlando sono una capra. Però a pelle il mondo LINUX mi stà
    simpatico, quello che detesto è l'informatizzazione di massa.

    l'articolo non è on-line...

    la mia risposta (molto semplice e poco esauriente, di getto con un
    po' di rabbia):

    "Linux è un sistema operativo definito "open source".
    un sistema operativo è un insieme di programmi che permettono
    all'essere umano di interagire con una macchina, la differenza fra
    opensource e proprietario è data fondamentalmente dalla possibilità
    di vedere quello che il sistema fa ed eventualmente modificarlo.
    Linux è gratis, non devi pagare nessun diritto a nessuno per poterlo
    utilizzare puoi completamente cambiarlo a tuo piacimento. I sistemi
    proprietari non permettono alcuna modifica né alcuna comprensione di
    quello che succede, molti hanno dei comandi nascosti (backdoors)
    come porte di servizio accessibili anche in linea, attraverso cui i
    proprietari possono vedere, cambiare quello che succede sulla tua
    macchina (smartphone, desktop o laptop).
    Edouard Jourdain dice che Linux ha dei proprietari, ma a me non
    risulta, nessuno deve pagare dei diritti per usare il sistema
    operativo. Penso che non sappia cosa sia un sistema operativo
    opensource, che a me sembra proprio un buon esempio di bene comune.
    Esistono delle Communities appunto che si occupano di gestire i
    possibili difetti del sistema e provvedono a correggerli. Gli
    utilizzatori solitamente e compatibilmente alla loro capacità
    contribuiscono a migliorarlo.

    ...

    valerio


    Il 24/07/22 11:15, valerio ha scritto:
    buongiorno a tutti,
    su una nuova rivista è apparso un articolo sui "beni comuni" di
    Edouard Jourdain che cita:


    "Il cooperativismo di piattaforma mira così a restituire agli
    utilizzatori la gestione di quest'ultima e lo fa attraverso una
    linea improntata all'autogestione cara alla tradizione libertaria.
    Una delle sfide di queste piattaforme è quella di mantenere tale
    tipo di modello in un ambiente economico ostile, come testimonia
    l'esperienza di Linux - sistema operativo nato dall'incontro del
    modo di operare Hacker e i principi del software libero - ormai
    diventato per il 90% di proprietà di imprese capitaliste."

    Ho scritto ad uno dei responsabili della rivista una sintesi
    dell'opensource e le differenze con i sistemi proprietari, finendo
    con l'affermare che l'autore dell'articolo, secondo me, non sa
    niente di cosa sia l'opensource.

    qualcuno ha dei commenti da fare?

    valerio







    --- SoupGate-Win32 v1.05
    * Origin: fsxNet Usenet Gateway (21:1/5)
  • From Davide Prina@21:1/5 to All on Tue Jul 26 11:10:01 2022
    valerio ha scritto:

    su una nuova rivista è apparso un articolo sui "beni comuni" di
    Edouard Jourdain che cita:

    concordo che chi ha scritto quel pezzo non ha capito l'argomento che
    stava cercando di trattare.

    la mia risposta (molto semplice e poco esauriente, di getto con un po'
    di rabbia):

    "Linux è un sistema operativo definito "open source".

    però Linux è soltanto la parte Kernel o meglio uno dei Kernel usabili. Sarebbe meglio chiamarlo GNU/Linux, per far capire che è il sistema GNU
    con il Kernel Linux.
    Tieni conto che per Debian esistono anche altri Kernel più o meno usabili
    (es: GNU/BSD, GNU/HURD). A seconda del sistema che stai usando puoi
    avere dei pacchetti non disponibili su altri.
    Ad esempio avevo trovato un bel giochino che volevo installare per i miei nipoti, ma il pacchetto Debian non c'era per GNU/Linux, ma, se non ricordo male, solo per GNU/BSD.

    Inoltre io preferirei parlare di software libero e non software opensource, anche se alcuni li usano come sinonimo in realtà non corrispondono al 100%. C'è software opensource che non è software libero.
    Ad esempio una licenza della NASA non è considerata software libero[¹], ma
    è considerata software opensource[²]

    un sistema operativo è un insieme di programmi che permettono all'essere umano di interagire con una macchina, la differenza fra opensource e proprietario è data fondamentalmente dalla possibilità di vedere quello che il sistema fa ed eventualmente modificarlo.

    come indicato, io preferisco non parlare di software opensource, ma di
    software libero, poiché il software opensource è più orientato a indicare come è "sviluppato" il software, mentre il software libero è più
    orientato sui diritti di chi lo utilizza.

    Il software libero offre delle libertà all'utente:
    * possibilità di eseguire il software come si desidera e per qualsiasi uso
    * possibilità di studiare il sorgente e modificarlo a piacere
    * possibilità di ridistribuire il sorgente/eseguibile modificato

    Notare che garantendo queste libertà a terzi, in realtà l'autore si può garantire per sé stesso la possibilità di entrare in possesso ed usare
    anche le eventuali modifiche di terzi. Naturalmente per avere questo
    ritorno deve usare la licenza giusta per il caso. Normalmente, secondo
    me, la migliore è la AGPL.

    Linux è gratis

    no, in realtà Linux o GNU/Linux non è gratis.
    Una licenza di software libero ti permette di vendere il software, anche
    non tuo, a qualsiasi prezzo che l'acquirente è disposto a versare.
    In passato società hanno fatto soldi proprio ridistribuendo software
    libero, soprattutto nel periodo in cui tanti non avevano internet o le connessioni erano molto lente.
    La stessa m$ nel tempo in cui indicava la GPL come virale e da evitare
    vendeva quelli che chiamava i "GNU tools" ai propri clienti... che non
    erano altro che parte del sistema GNU.

    I sistemi proprietari non
    permettono alcuna modifica né alcuna comprensione di quello che succede,

    in generale non è detto, potrebbe essere che un sistema operativo (o più facilmente un software) sia distribuito anche con i sorgenti, ma sia
    vietata la modifica e ridistribuzione.
    Se non erro, almeno fino a qualche anno fa, m$ dava la possibilità alle
    PA di accedere ai sorgenti del suo simil sistema operativo (o per lo meno
    a buona parte dei sorgenti)...

    Edouard Jourdain dice che Linux ha dei proprietari, ma a me non risulta,

    in realtà è corretto.
    Il software libero, se non è distribuito sotto il pubblico dominio, deve
    avere dei proprietari.
    Una licenza di un software non è valida se il software non ha un copyright valido.
    In pratica il software deve avere "agganciato" sia il copyright degli
    autori che la licenza applicata. La licenza non ha nessuna validità se
    manca il primo.
    La licenza indica le modalità di distribuzione/uso del software e il
    copyright indica che ha i diritti su quel software e quindi ha il diritto
    di applicare la licenza scelta.
    L'utente può accettare la licenza e usare il software o non accettarla
    e in quel caso il software non può essere usato.

    La differenza è che avendo agganciato al licenza GPL a Linux (sto parlando
    del kernel) Torval e tutti quelli che hanno contribuito hanno permesso a chiunque altro di poter usare le libertà offerte dal software libero.

    Ipotizziamo che un software abbia il copyright di una sola persona (che è
    il caso più semplice, anche in ottica internazionale). Questa persona
    decide di distribuire il suo software sotto licenza AGPL e con indicato il
    suo copyright. Distribuisce sotto AGPL tutte le versioni fino alla 5.0.
    Poi dalla 6.0 cambia licenza e passa ad una licenza non più di software
    libero senza distribuire i sorgenti. Può benissimo farlo e diversi hanno seguito questa strada... purtroppo. Però tale persona non può più impedire che il suo software fino alla versione 5.0 sia preso da altri e modificato
    e ridistribuito. Naturalmente in questo caso chi fa le modifiche deve
    mantenere il copyright dell'autore originario e aggiungere il proprio; in questo caso il "modificatore" può distribuirlo solo usando la stessa
    licenza libera AGPL o una compatibile (se esiste... ad esempio se la
    licenza iniziale era LGPL può trasformarla in GPL), ma non potrà mai distribuirlo con una licenza non compatibile con quella originaria, se
    l'autore iniziale non glielo permette.

    Ciao
    Davide

    [¹] https://www.gnu.org/licenses/license-list.html#NASA

    [²] qui l'elenco delle licenze approvate come opensource: https://opensource.org/licenses/alphabetical

    --
    La mia privacy non è affar tuo
    https://noyb.eu/it

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  • From Davide Prina@21:1/5 to All on Tue Jul 26 11:30:01 2022
    Luca Alzetta ha scritto:

    è la rincorsa
    (dal mio punto di vista pazzesca) agli standard di sicurezza della rete nella modalità in cui si è sviluppata in questi ultimi quindici anni. Tento di spiegarmi  meglio: secondo me algoritmi di cifratura,
    protocolli https, firme digitali, autenticazioni criptate e chi più ne
    ha più ne metta, sono tutte tecnologie al servizio quasi esclusivo delle transazioni finanziarie o dei segreti militari, trovo strano che un
    mondo di volontari spenda tante energie per adeguarsi a questi standard
    di cui non dovrebbe fregar niente a nessuno che non abbia niente da nascondere a nessuno.

    mi sa che hai un po' di confusione.
    Molti di questi standard sono realizza con approcci aperti dove tutti
    possono partecipare alla "discussione".
    L'uso non è riservato solo a pochi ambiti di nicchia, ma serve a garantire sicurezza e affidabilità in qualsiasi ambito.

    In passato si era sviluppato tutto per farlo funzionare e non si era
    pensato che qualcuno avrebbe potuto approfittarsi e effettuare operazioni "malevole". Purtroppo con il tempo è stato più che ampliamento dimostrato
    che c'è sempre chi tende ad "approfittarsi".

    L'uso di queste tecnologie di sicurezza è indispensabile a qualsiasi
    livello per darti una certa garanzia di affidabilità di quello che stai usando.

    Il problema semmai è che in alcuni casi vengano usate tecnologie le cui specifiche non sono distribuite o che il loro uso richiede un pagamento
    senza poter modificare o accedere ai "sorgenti".

    Il problema è, secondo me, invece un altro è quello di dichiarare l'utente finale come inaffidabile e impedirgli di intervenire direttamente e di
    poter scegliere. Di tagliarlo fuori dalla catene di trust e di trattarlo
    come mero "pagatore" del servizio "a tempo" che sta acquistando.
    Questo lo si può vedere lato UEFI/secure boot/... dove, da quel che
    capisco, si stanno orientando sempre di più verso questa scelta.

    Perché Canonical, tanto per fare un esempio,
    dovrebbe regalare aggiornamenti continui al suo sistema operativo senza guadagnarci niente?

    Canonical ci guadagna, visto che è una società a scopo di lucro.
    Da quel che so vende assistenza e non so se anche altro.
    Nel 2020 ha avuto un fatturato di 141 milioni di $ con un utile di 4.4
    milioni di $[¹].

    Red Hat, comprata recentemente da IBM, è stata la società che in borsa ha avuto una crescita continua molto elevata.

    Ciao
    Davide

    [¹] https://en.wikipedia.org/wiki/Canonical_(company)

    --
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  • From valerio@21:1/5 to All on Wed Jul 27 22:00:01 2022
    Il 26/07/22 11:02, Davide Prina ha scritto:
    valerio ha scritto:

    su una nuova rivista è apparso un articolo sui "beni comuni" di
    Edouard Jourdain che cita:

    concordo che chi ha scritto quel pezzo non ha capito l'argomento che
    stava cercando di trattare.

    la mia risposta (molto semplice e poco esauriente, di getto con un po'
    di rabbia):

    "Linux è un sistema operativo definito "open source".

    però Linux è soltanto la parte Kernel o meglio uno dei Kernel usabili. Sarebbe meglio chiamarlo GNU/Linux, per far capire che è il sistema GNU
    con il Kernel Linux.
    Tieni conto che per Debian esistono anche altri Kernel più o meno usabili (es: GNU/BSD, GNU/HURD). A seconda del sistema che stai usando puoi
    avere dei pacchetti non disponibili su altri.
    Ad esempio avevo trovato un bel giochino che volevo installare per i miei nipoti, ma il pacchetto Debian non c'era per GNU/Linux, ma, se non ricordo male, solo per GNU/BSD.

    Inoltre io preferirei parlare di software libero e non software opensource, anche se alcuni li usano come sinonimo in realtà non corrispondono al 100%. C'è software opensource che non è software libero.
    Ad esempio una licenza della NASA non è considerata software libero[¹], ma è considerata software opensource[²]

    un sistema operativo è un insieme di programmi che permettono all'essere
    umano di interagire con una macchina, la differenza fra opensource e
    proprietario è data fondamentalmente dalla possibilità di vedere quello
    che il sistema fa ed eventualmente modificarlo.

    come indicato, io preferisco non parlare di software opensource, ma di software libero, poiché il software opensource è più orientato a indicare come è "sviluppato" il software, mentre il software libero è più
    orientato sui diritti di chi lo utilizza.

    Il software libero offre delle libertà all'utente:
    * possibilità di eseguire il software come si desidera e per qualsiasi uso
    * possibilità di studiare il sorgente e modificarlo a piacere
    * possibilità di ridistribuire il sorgente/eseguibile modificato

    Notare che garantendo queste libertà a terzi, in realtà l'autore si può garantire per sé stesso la possibilità di entrare in possesso ed usare anche le eventuali modifiche di terzi. Naturalmente per avere questo
    ritorno deve usare la licenza giusta per il caso. Normalmente, secondo
    me, la migliore è la AGPL.

    Linux è gratis

    no, in realtà Linux o GNU/Linux non è gratis.
    Una licenza di software libero ti permette di vendere il software, anche
    non tuo, a qualsiasi prezzo che l'acquirente è disposto a versare.
    In passato società hanno fatto soldi proprio ridistribuendo software
    libero, soprattutto nel periodo in cui tanti non avevano internet o le connessioni erano molto lente.
    La stessa m$ nel tempo in cui indicava la GPL come virale e da evitare vendeva quelli che chiamava i "GNU tools" ai propri clienti... che non
    erano altro che parte del sistema GNU.

    I sistemi proprietari non
    permettono alcuna modifica né alcuna comprensione di quello che succede,

    in generale non è detto, potrebbe essere che un sistema operativo (o più facilmente un software) sia distribuito anche con i sorgenti, ma sia
    vietata la modifica e ridistribuzione.
    Se non erro, almeno fino a qualche anno fa, m$ dava la possibilità alle
    PA di accedere ai sorgenti del suo simil sistema operativo (o per lo meno
    a buona parte dei sorgenti)...

    Edouard Jourdain dice che Linux ha dei proprietari, ma a me non risulta,

    in realtà è corretto.
    Il software libero, se non è distribuito sotto il pubblico dominio, deve avere dei proprietari.
    Una licenza di un software non è valida se il software non ha un copyright valido.
    In pratica il software deve avere "agganciato" sia il copyright degli
    autori che la licenza applicata. La licenza non ha nessuna validità se
    manca il primo.
    La licenza indica le modalità di distribuzione/uso del software e il copyright indica che ha i diritti su quel software e quindi ha il diritto
    di applicare la licenza scelta.
    L'utente può accettare la licenza e usare il software o non accettarla
    e in quel caso il software non può essere usato.

    La differenza è che avendo agganciato al licenza GPL a Linux (sto parlando del kernel) Torval e tutti quelli che hanno contribuito hanno permesso a chiunque altro di poter usare le libertà offerte dal software libero.

    Ipotizziamo che un software abbia il copyright di una sola persona (che è
    il caso più semplice, anche in ottica internazionale). Questa persona
    decide di distribuire il suo software sotto licenza AGPL e con indicato il suo copyright. Distribuisce sotto AGPL tutte le versioni fino alla 5.0.
    Poi dalla 6.0 cambia licenza e passa ad una licenza non più di software libero senza distribuire i sorgenti. Può benissimo farlo e diversi hanno seguito questa strada... purtroppo. Però tale persona non può più impedire che il suo software fino alla versione 5.0 sia preso da altri e modificato
    e ridistribuito. Naturalmente in questo caso chi fa le modifiche deve mantenere il copyright dell'autore originario e aggiungere il proprio; in questo caso il "modificatore" può distribuirlo solo usando la stessa
    licenza libera AGPL o una compatibile (se esiste... ad esempio se la
    licenza iniziale era LGPL può trasformarla in GPL), ma non potrà mai distribuirlo con una licenza non compatibile con quella originaria, se l'autore iniziale non glielo permette.

    Ciao
    Davide

    ciao Davide,
    grazie della esauriente spiegazione, mi sembra improponibile come
    risposta a quello che hanno scritto, ma lo tengo di conto, sia per me
    che per eventuali approfondimenti con i gestori della rivista (che
    comunque non mi hanno risposto). Il tema dell'articolo era interessante, peccato la superficialità nel citare linux.

    valerio

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    * Origin: fsxNet Usenet Gateway (21:1/5)
  • From valerio@21:1/5 to All on Fri Aug 5 10:30:01 2022
    Il 24/07/22 11:59, raffaele angelo di paola ha scritto:
    link dell articolo?


    ciao,
    non sono sicuro in quanto non conosco la lingua francese, ma mi pare questo:

    https://www.revue-ballast.fr/la-part-anarchiste-des-communs/

    valerio

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